Il gruppo Dolce Hotels & Resorts sceglie la Riviera del Brenta per il proprio sbarco in Italia
Ci voleva l’intervento di un grande gruppo americano che crede nel tangibile valore dell’architettura e del design per dare concretezza al progetto Verve, acronimo di “Venice escape river vacation experience”, ovvero di una piccola cittadina dello stile ‘Made in Venice’, che prevede la realizzazione, entro il 2011, di un museo della moda e della calzatura della Riviera del Brenta (in collaborazione con Acrib), di laboratori artigianali, di un centro stile per la ricerca, una promenade per lo shopping, oltre che di un hotel. Si tratta di un complesso di 55mila metri quadrati, su di un lotto di quasi 120mila metri quadrati, posto nel territorio di Fiesso d’Artico lungo il fiume Brenta, che lo collega a Venezia. Il promotore, l’imprenditore Francesco Fracasso, ha affidato la progettazione definitiva all’architetto Flavio Albanese. Un’iniziativa che ha convinto il fondatore e presidente (di origini italiane) del gruppo americano Dolce Hotels & Resorts, Andrew J. Dolce, che ha sottoscritto una lettera di intenti che prevede un investimento pari a 46 milioni di euro, su di un impegno finanziario complessivo di 120 milioni. “Riteniamo che Verve, situato in una zona come la Riviera del brenta, così ricca di ville, così vicina a Venezia, sia davvero – ha sottolineato Andrew J. Dolce – un’area esclusiva in grado di attrarre a sé elevato interesse tra moda, arte cultura, turismo”.
Mister Dolce, il gruppo che ha fondato è leader mondiale nel settore della congressistica e vanta numerosi importanti clienti statunitensi. Una struttura come questa, nel cuore della Riviera del Brenta, potrà favorire nuove relazioni imprenditoriali tra Italia e Stati Uniti?
“Tra i nostri clienti, che provengono da tutto il mondo, molte sono le compagnie americane che fanno business in Europa e che cercano location per i propri eventi. Noi forniamo loro spazi per i loro meeting, garantendo un servizio all’altezza della loro modalità di fare business e delle loro aspettative. Sono sicuro che il nuovo centro attrarrà gruppi multinazionali di alto livello, oltre che singoli. Ma noi guardiamo anche alla clientela locale, alle tante imprese del Nord Est italiano. Per questo penso che il nostro hotel potrà essere il centro di un’integrazione tra modelli di business”.
Il concetto di ‘design veneziano’ è un brand riconosciuto da un’impresa americana?
“Assolutamente sì. Ne è un manifesto il lavoro dell’architetto Albanesi, con il suo concept che coniuga l’edificazione alla natura. Ma Verve potrà godere anche della qualità locale in termini di arredamento e di gastronomia: tutte le cose che daranno un colore e un’ambientazione particolari al progetto, che sarà secondo me molto attrattivo, elegante e semplice, soprattutto per l’influenza veneziana. Lo stile veneziano è, dal punto di vista di un americano, una combinazione di design del Nord Italia e dell’Oriente. Insomma il risultato sarà unico”.
Non teme che la crisi possa compromettere questo impegnativo piano industriale?
“Ci aspettiamo che il nuovo hotel sia aperto nel gennaio 2012, ci vorranno infatti ancora almeno due anni di lavoro perché il signor Fracasso è intenzionato ad inaugurare l’intero progetto contemporaneamente: l’hotel, il museo, il centro commerciale, l’area residenziale, tutto allo stesso tempo. Se apriamo nel 2012, mi aspetto che a quel punto l’economia mondiale abbia ricominciato a girare così come faceva nel 2005-2006”.
Le grandi aziende stanno ridimensionando, in questa fase, i costi dei loro meeting?
“Questa è in effetti la recessione più dura con la quale ci siamo confrontati negli ultimi 30 anni e coinvolge significativamente il modo in cui le persone viaggiano, spendono i loro soldi e i bisogni che sentono. Stiamo osservando questo fenomeno con attenzione, per adattare i nostri servizi alle rinnovate esigenze dei clienti. Ma se questa crisi continuasse oltre il 2011, credo avremo problemi più seri di quelli che tutti noi ci immaginiamo”.
drop-2_mod.jpgCosa l’ha colpito di questo progetto?
“Innanzitutto la location – la vicinanza al fiume è un elemento fondamentale – e lo studio architettonico. La passione dell’architetto Albanesi è trascinante. Ma mi ha colpito anche il team degli investitori, formato da persone serie, coinvolte e entusiaste. Sono sicuro perciò che quest’iniziativa avrà successo. I contatti sono iniziati dalla seconda metà dello scorso anno, all’inizio esclusivamente telefonicamente: allora la recessione era infatti la mia priorità. I rapporti sono stati riallacciati a dicembre, quando mister Fracasso ha incontrato l’architetto e io ho potuto comprendere il progetto, mentre a gennaio ho potuto osservare il sito e analizzare nei dettagli il piano. A marzo sono venuti a Chantilly per discutere i particolari dell’accordo, prima di sottoscrivere la dichiarazione di intenti”.
Infine, non teme che i vostri clienti si aspetteranno di trovare le gondole ormeggiate sotto la finestra dell’Hotel?
“No, non lo credo proprio! Ma potremmo far attraccare qualche gondola alla darsena sul fiume Brenta!”.
Il gruppo Dolce sbarca in Italia
Il gruppo Dolce Hotel & Resorts dispone attualmente di 17 hotel nel Nord America, due dei quali nei pressi di New York (a Palisades e Austin) e sei in Europa (due in Francia e Germania, uno in Spagna e Belgio). Il nuovo hotel sulla Riviera del Brenta rappresenta il primo investimento in Italia del gruppo.